
Per cercare di fare punti contro i nerazzurri di Bergamo, colore che hai bianconeri quest’ anno porta bene, Runjaic schiera Okoye, croce e delizia di questo periodo, Bertola per cercare di non regalare troppi rigori, Kabasele, Solet; Zanoli, Ekkelenkamp, Karlstrom, Atta, Kamara; Zaniolo a mezzo servizio ma sempre il migliore, e Buksa per l’infortunato Davis. Non ci si crede ma oggi Eupalla s’è negata alla Dea, che in terra friulana ha trovato l’osso duro d’un centravanti redivivo.
La ruota gira, e l’Atalanta del prode Juric, quel bergamasco per adozione che pareva aver trovato la ricetta della melina vincente, è andata a sbattere contro la tozza, quadrata muraglia dell’Udinese. Un rovescio che sa di fiele, di quelli che ti fanno rimpiangere la polenta e osei lasciata in patria.
La partita, per dirla in breve, è stata una baruffa provinciale, da un lato, i friulani, ben messi in campo dal loro condottiero,a volte confuso ma oggi perfetto, gente che prima di pensare al ricamo pensa alla fatica, alla zolla da arare e alla porta da difendere come il grano dalla grandine. Dall’altro, i nerazzurri orobici, scesi in campo con la supponenza dei parvenu che credono basti il nome sulla giacchetta per far tremare l’avversario.
Il primo tempo è stato un saggio di pretattica soporifera, una danza macabra di centrocampisti che non sapevano cosa fare del cuoio. Ma il calcio, si sa, è un’arte bastarda, e premia l’astuzia più che la bellezza, e l’astuto, l’opportunista di giornata, s’è palesato al quarantesimo, in un momento in cui l’Atalanta era convinta di poter traccheggiare fino all’intervallo.
Nicolò Zaniolo, il ragazzo che fu promessa e ora s’è rifatto una vita lontano dai riflettori che gli bruciavano gli occhi, s’è palesato come un fantasma. Un’azione di rimessa, una ripartenza che ha fatto sembrare i difensori atalantini dei braccozzi impacciati, e lui, Zaniolo, ha avuto l’istinto del goleador di razza. Un piattone secco, da vero faticatore, nell’angolo dove Carnesecchi, povero cristo, non poteva arrivare neppure se gli spuntavano le ali. Uno a zero, e tutti a bere il tè caldo.
Nella ripresa, l’Atalanta ha provato a fare l’abulica, a mettere carne al fuoco con i cambi. Ma Krstovic, che dovrebbe essere un centravanti di peso, s’è divorato un gol che neanche Rinaldo avrebbe fallito, mandando al diavolo l’unica chance potabile, ma in definitiva, l’Udinese ha saputo fare il mestiere, e i tre punti sono rimasti in Friuli.
L’Atalanta, è bene dirlo, ha preso la sua prima sberla in campionato e Juric, che pareva l’erede di Gasp il Mago, dovrà meditare a lungo su questa prestazione sciatta e senza sale. L’Udinese oggi ha giocato da squadra di provincia che sa il fatto suo, vedremo se saprà farlo anche nelle prossime gare, in particolare nella prossima quando ci sarà la Roma del Gasp…quello vero.


