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PUNTATA NUMERO TRENTA: SIGNORI, IN CARROZZA! PARTE PRIMA.

Rachele Pellegrinuzzi 27 Gennaio 2015
30-BIEL-LANT

30-BIEL-LANT

Se vi capita una domenica combattuta tra faccende di casa e pulizie arretrate e la sacrosanta voglia di rispettare le feste e lâ a fâ un girùt, non gettate la spugna (anzi, fatelo!) e rinfrancatevi: si cumbìne dut!!! Il nostro microcosmo furlano saprà svelare l’ennesimo angolo che ancora non conoscevate e vi regalerà una bella esperienza culturale, chiedendo in cambio solo una manciata di ore del vostro tempo e qualche moneta per pagarvi il (simbolico) prezzo del biglietto d’ingresso.

Ma andiamo per gradi. Pensiamo alle ampie pianure del Medio Friuli: terre di poesia, di letteratura, di lavoro duro e di fatica; di campi arati infiniti, interrotti da pioppeti impettiti e altri impietosamente abbattuti per far posto ad un incerto avvenire. Vediamo i gelsi in fila, silenziosi testimoni di epoche ormai sepolte, quasi dimenticate; sentiamo il gorgoglìo dell’acqua abbondante, pulsante presenza di risorgiva e di Tagliamento. La strada è dritta e regala visuali che fan davvero respirare gli occhi, spesso così affannati e costretti in scenari angusti, meschini, brucianti.

Ecco i cartelli per Codroipo, ma viriamo verso Passariano, fortemente tentati di far due passi nei pressi della amata e nota Villa Manin. Attraversiamo il borgo e ci infiliamo nel parcheggio antistante la Villa. La ammiriamo per un istante, trovando conferma dell’immagine di Lei che già avevamo fissa in mente durante la guida: sarà sempre lì – pensavamo solo pochi minuti fa – serafica e imperturbabile nonostante tutto e tutti, con le imposte chiuse di quel marroncino smaltato tendente al giallo che richiama gli intonaci esterni, naturalmente assai più pallidi e languidi.

Altrettanto languidamente cambiamo idea noi, decidendo di non cedere al Suo canto di sirena ma continuando il viaggio; ci lasciamo portar via da quella stessa strada che Le volge le spalle prendendo silenzioso commiato, alla volta di contesti meno maestosi e scenografici.

In breve la meta ci si presenta davanti: è il signorile borgo di Villa Kechler, Vecchia Signora sfiorita e col volto segnato da un intrico di rughe ma ancora lucida e memore degli antichi splendori di una ormai lontana gioventù.

Ci troviamo a San Martino di Codroipo, che proprio in Villa Manin – Kechler ha il suo fulcro.

Una atmosfera sospesa, quasi magica, ci accoglie, complici la luce invernale quasi crepuscolare, quel non so che di perenne nebbiolina che ci danza intorno e una coperta di nubi basse a sfumare i contorni. C’è silenzio, eppure un discreto traffico attraversa il piccolo paese: più che il fugace rumore delle auto, colpisce l’improvviso bagliore dei loro fari che, per un attimo, aprono un varco. Ma è un attimo, poi tutto torna magico e…denso. Denso di Storia e colmo della presenza dello stupendo edificio. Non possiamo fare a meno di immaginare la Bella Signora da giovane: florida e sfolgorante in quella sua vivace tinta così alla moda; brulicante di vita e frequentata a vario titolo da ricchi e da poveri; amata e odiata, forse, proprio come succede a certe donne facoltose e famose.

Chissà…se la giallina e matronale Manin sapesse…se la vedesse, ne sarebbe, forse …un po’gelosa? Per nostra fortuna, ognuna delle due Gran Dame ha le fondamenta ben piantate a terra e la sua bellezza è legata ineluttabilmente a quelle specifiche radici. Ognuna si tenga pure i suoi ammiratori, spargendo il profumo del suo fascino nella propria zona di influenza. Eppur è lecito e quasi doveroso, in questa sede, parteggiare per la più piccola e meno conosciuta Manin – Kechler, invitando i viandanti a fermarsi, a venirla a vedere e a farle un po’ la corte, almeno per conoscerla e scambiare due parole con Lei. Vi racconterà di quando la sua barchessa occidentale venne trasformata in filanda e di quante giovani e bianche mani di donne maneggiavano senza posa i preziosi bozzoli, o di tempi ben più recenti e maturi in cui la stessa filanda è stata a sua volta trasformata in Museo Civico delle Carrozze d’Epoca. Ma questa è un’altra storia, quella della puntata trentuno.

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