Dopo diversi riconoscimenti agli Oscar e ai Golden Globe, arriva finalmente nelle sale italiane l’incredibile e drammatica storia di Tonya Harding, magistralmente interpretata da Margot Robbie.
“Tonya” mette in luce non solo uno degli scandali sportivi più famosi degli anni 90, ma anche la controversa storia di una ragazza che è allo stesso tempo fragile e ambiziosa. Perchè Tonya è stata cresciuta da una madre prepotente e per scappare da lei ha sposato il primo che sembrava volerle bene, perchè la sua unica ragione di vita era il pattinaggio ma per quanto fosse brava non lo era mai abbastanza. E tutto questo, tutti questi drammi, se li portava addosso continuando ciecamente a combattere per se stessa.
Ad ogni gara i giudici le facevano capire che non era adatta ai canoni estetici del pattinaggio artistico, che la sua bravura non bastava, che doveva anche incarnare un’idea di perfezione. Ma lei si cuciva i vestiti da sola, aveva una famiglia spaccata e un caratteraccio. Era lontana dall’immagine del sogno americano, lontanissima. Eppure non mollava mai. Neanche di fronte a quel terribile “incidente” che aveva compromesso la carriera della sua rivale Nancy Kerrigan e che di lì a poco avrebbe segnato la fine della sua.
La narrazione è efficace e l’idea di saltare fra passato e presente rende tutto volutamente contradditorio e realistico. Le prove attoriali sono ottime, fra tutte quella di Margot Robbie e di Allison Janney nel ruolo di una madre crudele e senza scrupoli. Una nota di merito va indubbiamente alla scelta della colonna sonora che spazia dalla dolcezza di “Romeo and Juliet” dei Dire Straits alle note decise di “Goodbye stranger” dei Supertramp che irrompe mentre Tonya lascia il marito e va avanti per la sua strada:
“And I will go on shining
Shining like brand new
I’ll never look behind me
My troubles will be few”
La vita tragicomica di questa donna ha dell’incredibile, e fino alla fine non si sa a chi credere, a quale personaggio affidarsi per conoscere la verità. Spesso nel film si ripete che l’America vuole qualcuno da amare e qualcuno da odiare, vuole l’eroe e il carnefice, e vuole che sia semplice decretare chi è cosa. Ma Tonya è il contrario della semplicità, è tutt’altro che uno stereotipo. Tonya è riuscita a essere entrambe le cose.