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Arrigo Grassi, il minatore eroe

redazione 3 Marzo 2014
Arrigo Grassi, il minatore eroe

Arrigo Grassi, il minatore eroeNella Tragedia della Miniera di Arsa avvenuta il 28 febbraio del 1940, nella quale persero la vita 186 minatori, vi fu un triestino, minatore tra i minatori,  che si mostrò capace di una azione straordinaria ed eroica. Questo minatore era Arrigo Grassi, nato a Trieste il 3 aprile del 1912. Più di ogni alta nostra parola preferiamo consegnare le motivazione che indussero il Governo e la “Fondazione Carnegie” ad assegnargli le massime onorificenze possibili:

“Medaglia d’oro al valor civile” (data conferimento 29 settembre 1940)
“””In occasione del grave scoppio avvenuto nella miniera carbonifera dell’Arsa, che causò la morte di molti operai, penetrava ripetutamente, sprovvisto di maschera, nelle gallerie invase da gas letali e, con tenace azione, riusciva a salvare dieci minatori. Accortosi infine che un suo compagno mancava all’appello, scendeva di nuovo nella zona pericolosa; ma trovava la morte accanto a colui che aveva voluto salvare. Esempio mirabile di generoso, indomito ardire. Arsa (Pola), 28 febbraio 1940.”””

“Fondazione Carnegie” (31 maggio 1940 ha accordato la medaglia d’oro alla memoria di Arrigo Grassi)  
“”” Il 28 febbraio 1940 in Arsia (Pola) in occasione di un grave sinistro verificatosi nella miniera in cui lavorava, volontariamente prendeva parte tra i primissimi alle squadre di soccorso attivamente collaborando al salvataggio di dieci operai. Accortosi che tra i salvati non c’era un amico che sapeva trovarsi nella miniera, tornava sul luogo del pericolo per rintracciarlo, ma colpito da grave asfissia perdeva generosamente la vita. “””

Per questo ritenendo, da sempre, opportuno e doveroso diffondere nella società gli ideali ed i valori  del LAVORO abbiamo inteso evidenziare e segnalare questa, per noi, storica figura di meraviglioso ed eroico lavoratore triestino. Uomo che meglio di chiunque altro seppe innalzare a valore assoluto lo spirito di sacrificio e che, secondo noi,  merita di essere ricordato ed onorato e non lasciato nell’oblio della colpevole dimenticanza.

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