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L’alta formazione passa attraverso il Consorzio Friuli Formazione

redazione 13 Novembre 2012

L’alta formazione passa attraverso il Consorzio Friuli FormazioneIl direttore del CFF, Andrea Giacomelli, ha portato a conoscenza di Palazzo Belgrado, durante la seduta della Commissione permanente Istruzione e Formazione presieduta da Stefano Della Pietra, le linee programmatiche in corso di attuazione. Il CFF è pronto a partire con il corso di formazione sul metodo Montessori, vista anche la vexata quaestio dell’assenza di insegnanti specializzati sul territorio (motivo per cui quest’anno non è stato possibile attivare le classi), soltanto che manca ancora l’imprimatur dell’Opera nazionale.

“Il Consorzio – ha spiegato il direttore – aveva anche già stanziato i fondi. I soldi ci sono, l’expertise pure, paradossalmente attendiamo soltanto l’autorizzazione dall’Opera”. In attesa che si sblocchi questa situazione, per risolvere la quale gli assessori Adriano Ioan, Daniele Macorig ed Elena Lizzi (presenti alla seduta) interverranno nelle sedi opportune, il Consorzio procede nella sua missione nonostante il taglio dei contributi: sebbene dalla Regione il Consorzio abbia ricevuto il 70 per cento in meno, le attività sono triplicate in un anno e mezzo, ha reso noto Giacomelli e abbiamo sforbiciato ulteriori voci (eliminate le consulenze, ridotti i costi, compresi quelli di struttura). Oltre alla formazione post-diploma nei distretti della sedia e in quelli industriali, il CFF ha messo a disposizione le sue competenze per il progetto regionale Imprenderò, ha dato il suo sostegno a spin off accademici e ha lavorato con l’Università sugli Start Cup.

“Siamo arrivati alla fine del primo piano triennale (il risanamento), adesso siamo impegnati a strutturare la fase successiva del risanamento. C’è molto da fare – ha dichiarato Giacomelli – sul versante dell’Università: abbiamo costituito un comitato scientifico per innovare le metodologie e le tecnologie per la didattica e sviluppare la formazione continua sul territorio grazie all’Università”. Il CFF – ha concluso il direttore – “dovrebbe essere lo strumento della Regione per raggiungere obiettivi di formazione e politiche formative che rispecchino le esigenze reali del mercato del lavoro”.

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