
Omar Giorgio Makhloufi e Diana Dardi sulla scena
É difficile spogliarsi del tutto della propria identità per quanto lo si voglia fare.
Se poi una identità è profondamente coniugata e si innesta con culture diverse, ciò che è difficile diventa impossibile.
La storia di Omar è vicenda di una sintesi impossibile di storie, di culture, di dolore e di morte.
Omar Giorgio Makhloufi ha il padre algerino e la madre italiana calabrese di identità albanese e di religione ortodossa.
La miscellanea di culture produce deflagrazione, ma è ricchezza ed è sintesi di civiltà.
Il processo di integrazione non deve però portare allo smarrimento e alla negazione di questa ricchezza.
Allora è necessario combattere con slanci corporali con disarticolazioni del proprio corpo e con ogni moto fisico e intellettuale possibile, perché la pigrizia che è insidia anche nella cultura biblica e non solo in quella islamica, non ti paralizzi al punto che ti induca a rifiutare di studiare la lingua delle tue origini…. troppo difficile…
Uno spettacolo con tanti risvolti da approfondire :l’uomo con la valigia in mano è il simbolo del perenne vagare alla ricerca di una identità, dimenticando forse la molteplicità delle identità che sono ricchezza non povertà.
Non spogliarti Omar!
Rivestiti di libertà.
Vito Sutto


