
PORZÛS 1945. Prove di Gladio sul confine orientale – L’ultima inchiesta” di Alessandra Kersevan.
Con 1104 pagine di documenti, analisi e ricostruzioni, il libro propone una lettura radicalmente nuova della vicenda di Porzûs, mettendo in relazione i fatti del 7 febbraio 1945 sul Topli Uorch con la genesi delle pratiche d’infiltrazione, delle false flag e della manipolazione propagandistica che segneranno la Guerra fredda in Italia. L’opera esce nella collana Resistenza Storica e sarà disponibile dall’8 ottobre.
Le prime presentazioni in programma avranno luogo: mercoledì 15 ottobre (ore 18:00) al Teatro San Giorgio di Udine, con Alessandra Kersevan in dialogo con Enrico Petris (Evento in collaborazione con ANPI provinciale di Udine) e venerdì 17 ottobre (ore 18:00) all’Auditorium comunale “Casa della cultura” di Ronchi dei Legionari (GO); introduce e modera Marco Puppini (evento inserito nella rassegna “Noi e la storia. Sguardi e racconti da un passato in comune”, promossa dal Comune di Ronchi dei Legionari, da Ronchi Cultura e dalla Biblioteca comunale “Sandro Pertini”).
Per decenni la narrazione dominante ha presentato Porzûs come uno scontro fratricida tra “traditori” comunisti e “patrioti” osovani. L’ultima inchiesta di Kersevan rimette in discussione questo impianto, mostrando come i fatti friulani non siano un episodio isolato, ma un crocevia di interessi militari e politici in cui agiscono, in modo palese e occulto, resistenze “bianche”, apparati della RSI e della Xª MAS, nazisti in ritirata, monarchia sabauda, ambienti nazionalisti, del CLN e del CVL, servizi segreti italiani, tedeschi, britannici e statunitensi. In questa prospettiva, Porzûs diventa anticipazione di Guerra fredda in tempo di guerra “calda”: le tecniche di infiltrazione, la segretezza operativa e la costruzione del consenso tramite narrazioni semplificate emergono come la preistoria di Gladio, non una sua giustificazione postuma.
Muovendosi tra carte processuali, materiali d’archivio e testimonianze, l’autrice ricostruisce come la lettura binaria “rossi contro bianchi” sia stata funzionale a un “fronte unico” antigaribaldino e antislavo, attivo su quel “confine orientale”, dove convergono i principali snodi geopolitici dell’Europa in transizione, dalla sconfitta del nazifascismo alla contrapposizione dei due blocchi, quello occidentale guidato dagli Stati Uniti e quello orientale sotto l’influenza sovietica.
Le dinamiche e i personaggi che il libro porta alla luce – dalle operazioni coperte alla fabbricazione del nemico interno – non si esauriscono nell’immediato dopoguerra, ma risuonano a lungo nella storia repubblicana. Dai progetti golpisti di Junio Valerio Borghese e di Edgardo Sogno, al “Piano Solo” del generale De Lorenzo, fino alle manovre di James Jesus Angleton e alle reti occulte della P2, riemerge un filo nero che da Porzûs attraversa decenni di strategia della tensione.
Perché questo libro adesso? A ottant’anni dai fatti, Porzûs 1945 offre al dibattito pubblico e alla comunità scientifica uno strumento di lavoro di ampiezza inusuale, che invita a superare la vulgata sedimentata e a riesaminare il rapporto tra memoria, giustizia e verità storica. L’indagine illumina la zona grigia tra apparati statali, milizie collaborazioniste e soggetti politico-militari eterogenei, mostrando come mezzi e fini del tardo fascismo abbiano dialogato – talora in continuità – con pratiche atlantiche di guerra psicologica e “controinsurrezionale” nella costruzione della democrazia italiana del dopoguerra. Il risultato è un racconto che collega microstoria locale e macrostoria internazionale, offrendo strumenti di comprensione anche per il presente.
Il volume non è soltanto destinato a specialisti e ricercatori: la chiarezza espositiva e la vastità della documentazione lo rendono uno strumento prezioso anche per docenti, studenti, operatori culturali e per tutti i lettori interessati a comprendere in profondità la storia contemporanea. Per taglio e ampiezza, “Porzûs 1945” diventa un riferimento per chi studia la Resistenza, gli apparati di sicurezza, l’intelligence, la propaganda e i processi di costruzione della memoria pubblica.
Questa vocazione alla divulgazione si riflette anche nelle prime presentazioni pubbliche del libro, momenti pensati non solo come incontri di lancio editoriale, ma come occasioni di confronto, di didattica civile e di public history rivolte a un pubblico ampio e partecipe.
L’autrice
Alessandra Kersevan si è laureata all’Università di Trieste con una tesi sulla politica del partito comunista durante la Resistenza. Ha insegnato materie letterarie e storia nella scuola secondaria. Si è occupata inoltre di musica popolare italiana e di culture e lingue di minoranza, organizzando e partecipando a lavori editoriali, video e spettacoli sulla musica, la storia e la letteratura in lingua friulana. Ricercatrice storica ed editrice, da anni si dedica allo studio della storia del Novecento con particolare riferimento alla Resistenza italiana ed europea durante la Seconda guerra mondiale, pubblicando una serie di saggi sulle politiche repressive sviluppate dal fascismo nelle regioni di confine e durante l’aggressione alla Jugoslavia del 1941. È coordinatrice della collana “Resistenza Storica” delle edizioni Kappa Vu, e svolge un’intensa attività di conferenze in scuole, istituti, circoli culturali, centri sociali e biblioteche in tutta Italia.