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La Domenica del Corriere va alla guerra

redazione 5 Marzo 2013

La Domenica del Corriere va alla guerraE’ la maggiore raccolta a colori con ben 84 illustrazioni pubblicate e commentate: La Domenica del Corriere va alla guerra (il 1915-18 nelle tavole di Achille Beltrame), presentato a Palazzo Belgrado alla presenza del Presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, e dell’editore Paolo Gaspari, comunica visivamente la guerra. Le tavole del disegnatore vicentino Beltrame non solo rappresentano, ma sono la guerra: all’artista – originario di Arzignano (Vicenza), diplomato all’Accademia di Brera – Luigi Albertini aveva affidato sin dal primo numero le copertine della “Domenica del Corriere”.

Grazie a Beltrame è stato inventato un modello di comunicazione visiva destinato a costruire l’immaginario collettivo della guerra. “Si tratta – ha esordito il Presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini – di un volume utilissimo che unisce le illustrazioni ai testi dello storico Gianni Oliva a cui spetta decodificare i sistemi del racconto, i simboli della patria, la sublimazione/rimozione delle sconfitte e delle perdite nell’impianto complessivo di quella strategia precisa che preveda la fabbricazione della vittoria”. In altre parole la “Domenica del Corriere” riflette il carattere corale della guerra di posizione e le tavole, in maniera ancora più efficace degli articoli di fondo del quotidiano, dovevano incarnare l’interventismo. Compito di quei disegni era uno solo: parlare alla gente comune, rendere in qualche modo digeribile un evento dirompente come la guerra, rassicurare e motivare i lettori che dovevano vedere i loro figli partire sulle tradotte verso il fronte, trasformare la paura in sacrificio, le lacrime in dedizione, i dubbi in consenso.

Il problema, nella trasposizione visiva del primo conflitto mondiale, non è tanto rendere ragione del perché si combatteva, bensì rendere accettabile il combattimento, stemperando le morti, i lutti e sollevando in qualche modo l’osservatore dall’angoscia della trincea e degli assalti. Un messaggio preciso – ha commentato Fontanini – che si struttura tavola dopo tavola.

“Comunicare la guerra – si legge nell’introduzione all’opera – è importante quasi quanto combatterla, perché il primo conflitto mondiale costituisce un’esperienza nuova per le sue dimensioni, per la sua durata, per l’entità delle energie messe in campo, per la sua complessità”.

Ed ecco irrompere nella scena delle illustrazioni di Beltrame non più le allegorie risorgimentali, bensì la massa dei combattenti: la patria sono i fanti che si lanciano all’assalto nelle trincee, gli alpini che presidiano le montagne, i bersaglieri a passo di corsa.

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