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Il tempo di Giacometti”, a Verona la nuova mostra di Linea d’ombra, ecco cosa ci raccontano.

redazione 28 Marzo 2019
miro

Eccoci tornati per parlarvi delle nostre mostre, dopo la pausa che vi avevamo annunciato lo scorso anno. Infatti il Comune di Verona e Linea d’ombra, assieme alla Fondazione Marguerite e Aimé Maeght, con l’apporto fondamentale del Gruppo Baccini in qualità di main sponsor, hanno siglato un accordo che porterà a Verona, nel Palazzo della Gran Guardia, dal 16 novembre 2019 al 5 aprile 2020, una grande mostra organizzata da Linea d’ombra e curata da Marco Goldin

Come promesso dunque, a un anno e mezzo di distanza da quella dedicata a Rodin, torniamo a voi con le nostre esposizioni. A dire il vero la prima di un fitto calendario che come ben sapete ha già Padova (2020/2022) al suo interno e che vedrà ancora altro da essere annunciato prossimamente. Ci avviciniamo infatti al 2021, l’anno in cui festeggeremo i 25 anni di esistenza di Linea d’ombra, e per questo motivo abbiamo pensato a un vasto progetto che sarà disteso nel tempo dal 2019 al 2023 e non si svilupperà in una sola città ma in più d’una. Verona è tra queste e aprirà il cammino.

Il tempo di Giacometti da Chagall a Kandinsky. Capolavori dalla Fondazione Maeght è una superba incursione, con un centinaio di opere tra sculture, dipinti e disegni, nel terreno del più alto Novecento internazionale, avendo Parigi quale centro. Una vera e propria monografica dedicata ad Alberto Giacometti – considerato a ragione il più importante scultore dell’intero XX secolo – con oltre settanta opere sue tra dipinti, disegni e appunto sculture, unitamente ad altri artisti che gravitavano nella Parigi soprattutto degli anni tra le due guerre ma anche nel decennio successivo, da Kandinsky a Braque, da Chagall a Miró, con la presenza in mostra di un’ulteriore ventina di loro dipinti celebri, spesso di grande formato.
Joan Miró, Donna e uccello, 1964
Saint-Paul-de-Vence, Fondation Marguerite et Aimé Maeght
© Claude Germain – Archives Fondation Maeght (France)
© Successió Miró by SIAE 2019
Marco Goldin cura l’esposizione, tornando in questo modo al suo amore e ai suoi studi sul Novecento, da cui è partito fin dagli anni universitari: “Giacometti è stato una delle mie primissime passioni nel campo dell’arte, poco dopo i vent’anni. Lo cercavo nei libri, nelle mostre e nei musei d’Europa. Ho immensamente amato dapprincipio i suoi disegni, diversi dei quali ho infatti scelto di portare a Verona. Poi i suoi quadri così sincopati, soprattutto le figure e le nature morte, anch’essi presenti a Verona, e naturalmente le celeberrime sculture. Sono felice di poter rendere omaggio a Giacometti in Italia con questa mostra così vasta, con opere che ne attraversano tutta la carriera, dal suo tempo giovanile in Svizzera alle sculture inaugurali attorno ai quindici anni fino alle prove surrealiste e a quelle, ormai facenti parte dell’immaginario collettivo, della maturità”.

É giusto dire che questa mostra servirà anche a rievocare una delle più straordinarie avventure culturali in Europa dalla metà del secolo in poi, quella di Aimé e Marguerite Maeght, che prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale fondano a Cannes una loro galleria. Nell’ottobre 1945 aprirà la galleria parigina, dove due anni dopo verrà presentata, con un successo senza precedenti, l’Esposizione internazionale del Surrealismo, in collaborazione con Duchamp e Breton. Nel 1964 poi viene inaugurata a Saint-Paul-de-Vence la Fondazione Maeght, con un insieme architettonico concepito per presentare l’arte moderna e contemporanea in tutte le sue forme. La Fondazione possiede oggi una delle più importanti collezioni in Europa di dipinti, disegni, sculture e opere grafiche del XX secolo, con nomi di grande importanza che sono stati legati alla famiglia Maeght per decenni, Giacometti in primis.
Alberto Giacometti, L’uomo che cammina I, 1960
Saint-Paul-de-Vence, Fondation Marguerite et Aimé Maeght
© Claude Germain – Archives Fondation Maeght
© Alberto Giacometti Estate / by SIAE in Italy 2019
“É affascinante già ora immaginare – conclude Marco Goldin – nel vasto salone centrale della Gran Guardia la Grande donna in piedi, scultura filiforme di quasi tre metri di altezza, fino alla scultura più celebre tra tutte, L’uomo che cammina, che sarà esposto al suo fianco. Nel mezzo la ricostruzione precisa, e poetica, dell’intera vita di Giacometti, tra disegni e pitture e soprattutto tante tra le sue famosissime sculture, dai busti e le teste del fratello Diego, ai cani, ai gatti, alle foreste fatte di figure quasi liquefatte. Fino alla notissima figura femminile del 1956, detta Donna di Venezia, esposta alla Biennale veneziana di quell’anno e che tanto successo riscosse. Ebbene, di quella figura la Fondazione Maeght possiede tutte le nove variazioni, che puntualmente giungeranno a Verona per essere esposte, per un confronto che rare volte nel mondo intero si è fatto”.

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