
Al Bluenergy Stadium, Udinese e Verona hanno dato vita a una sfida che sembrava più una gara di slalom… ma senza slalom. Partita irrimediabilmente lenta, rigurgiti creativi minimi, ma il ritmo c’è stato… nel colpire i legni! Il risultato finale? Un pirotecnico e creativo 1-1, con i gol arrivati… da corner, ovvio quando si affrontano squadre che sembrano non avere idee e giocatori che non hanno capito cosa fare con quella cosa sferica che gira per il campo.
Il primo tempo è stato così privo di idee che persino i corner parevano sorprendenti. Udinese prova con Atta dai 20 metri, palla gestita con piglio… calma olimpica da Montipò.
Il Verona risponde con Giovane, salvato in extremis da Sava: all’apice dell’eccitazione, un tiro impreciso di Zemura, immortalato nel momento più emozionante della prima frazione, su cui però arriva in anticipo trovandosi sbilanciato. Una grande occasione che poteva essere gestita meglio – venitevi a riprendere il pallone che è caduto nel mio orto.
Nella ripresa qualcosa si muove davvero. Prima, è il Verona a sfiorare il vantaggio con Giovane (MVP del match) su punizione e poi con una gran traversa di sinistro: applausi al suo slancio di esuberante ignoranza, quella sana, dei giovani appunto.
Nel miglior momento degli scaligeri, la svolta: l’Udinese sorprende tutti (inclusi loro stessi) con un gol di testa di Kristensen su angolo di Lovric: roba da studiare, l’Algebra della Noia, capitolo “quando davvero non te l’aspetti”.
Entrano Bajo e Zarraga per Bravo (uno dei più vivaci, anche se costretto a cercare spazi nel multiverso dell’area di rigore) e Lovric (che perlomeno qualche idea l’ha cercata).
Zarraga, fresco di cambio, prende la traversa: l’eleganza dell’imprevedibile impatto che ferma l’ottimismo friulano..
E poi arriva Sergej Serdar, che pareggia su assist di testa di Giovane sempre da angolo: il Verona sembra dire “se non abbiamo idee, rilanciamo sugli schemi”.
Il suo gol è un perfetto cappuccino fatto con troppo zucchero: dolce, ma stucchevole.
Zemura lascia il posto al gemello diverso Kamara che si presenta con l’ennesima traversa. Tre legni in una partita: quanti ne abbiamo visti in tutto il girone d’andata della passata stagione? Mah, roba per statistiche languide.
Verdetto: Pareggio prevedibilmente incredulo.
Finisce 1-1, primo verdetto della stagione. Pari giusto, comodo, come un divano troppo grande: sobrio, immobile, eccessivamente rilassato. Diciamocelo, le traverse ci sono andate di traverso.
Udinese–Verona è stata essenzialmente un breakdown mediato su angoli, traversine e puntuali momenti di creatività da corner. Una performance che si poteva apprezzare meglio se fossimo capogiri da lentezza. Le due squadre hanno bloccato ogni spunto offensivo, salvo sfruttare l’unico momento di “azione”: il calcio piazzato.
Se la Serie A fosse un corso di cucina, questa partita sarebbe un soufflé che non lievita: bello in teoria, soporifero sul serio. Ma non disperiamoci: è solo la prima giornata. Forse nei prossimi match riusciremo ad assistere a qualcosa che somigli anche solo alla metà di un lampo, un sussulto, l’orgoglio di indossare questa maglia…
Fabrizio Colombo