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Sinergia tra lo sportello “Sos Antimobbing”, sindacati e titolari d’azienda per risolvere le conflittualità in ambiente lavorativo e prevenire le vessazioni

redazione 18 Febbraio 2016
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NORDEST_newsUrla, maltrattamenti e umiliazioni di fronte ai clienti da parte di una collega più giovane che mirava al suo posto hanno portato una commessa al crollo fisico e alla malattia; per le continue critiche espresse dal suo responsabile – anche pubblicamente – unite al mancato ascolto delle sue rimostranze, una lavoratrice titolare di posizione organizzativa ha sviluppato una malattia cardiaca. Sono due dei casi di violenza e vessazioni sul posto di lavoro di particolare rilevanza seguiti dal servizio “Sos Antimobbing” della Provincia di Udine nel 2015 che sono stati ricordati oggi nel corso della presentazione dell’attività dell’anno scorso dall’assessore provinciale Elisa Asia Battaglia insieme alla coordinatrice Cristina Caparesi e all’avvocato Teresa Dennetta. Nono anno di operatività dello sportello che ha registrato una crescita degli utenti seguiti, ma anche l’avvio, negli ultimi mesi, di una nuova metodologia operativa che ha visto gli esperti dello sportello coinvolti dai sindacati per la risoluzione di conflittualità persistenti in un ambiente lavorativo ormai compromesso. “Tutte le sigle sindacali si sono rivolte al punto d’ascolto – ha spiegato Caparesi – chiedendo l’attivazione di diversi tavoli di confronto (uno pubblico e 4 privati) alla presenza dell’avvocato Dennetta per poter affrontare problematiche legate all’ambiente lavorativo (esempio: favoritismi da parte di quadri a qualche “amico” sottoposto, con conseguente violazione dei diritti di altri; gestione di turni di lavoro punitivi). Grazie al ruolo terzo dello sportello, abbiamo dato risposte a singoli lavoratori e anche a gruppi fino a 30 persone che hanno visto le loro richieste soddisfatte. Allo stesso tempo, anche i datori di lavoro si sono mostrati soddisfatti per le risoluzioni trovate. Siamo contenti di questa nuova metodologia – spiega Caparesi – perché ci permette di stimolare un mutamento culturale attraverso una strategia di prevenzione che punta ad educare e a far comprendere l’importanza del buon lavoro”.

Dati. Quanto all’attività di affiancamento realizzata nel 2015, sono state 171 (erano 148 del 2014) le persone che hanno ricevuto un supporto qualificato gratuito e garantito dalla forma dell’anonimato dall’equipe di professionisti composta da Gabriella Salanitro (psicologa), Andrea Campanile (medico del lavoro), Antonia Serio (medico legale), Teresa Dennetta (avvocato giuslavorista), Elisa Mattiussi (psichiatra); l’accoglienza è curata da Fede Fabbro mentre ad occuparsi del coordinamento è la pedagogista Cristina Caparesi. 76 sono stati i nuovi casi affrontati; 95, invece, i percorsi di accompagnamento avviati in precedenza cui è stata data continuità (di questi 53 sono stati conclusi nel primo trimestre). Lo sportello funge anche da “punto Anticrisi” per le problematiche legate alle cartelle esattoriali: 25 le pratiche affrontate nel 2015. Quanto all’identikit degli utenti del punto d’ascolto, si conferma il profilo delle annualità precedenti: la maggior parte, infatti, sono donne (123) tra i 41 e i 50 anni con diploma di scuola superiore, un contratto di lavoro a tempo indeterminato (146) nel settore privato (114 mentre sono stati 48 i casi seguiti nel settore pubblico) con mansioni di impiegata. Tra gli uomini prevalgono gli accessi nella fascia 31-40 anni. Tra le vessazioni maggiormente segnalate l’eccesso di controllo sul lavoro, l’esclusione di attività formative e di aggiornamento, lo svuotamento delle mansioni il tutto in un contesto lavorativo che presenta varie problematiche: condizioni di lavoro critiche (distanze, orari, ambiente), problematica organizzazione del lavoro, violazione dei diritti (ferie o permessi negati, contributi non versati).

Assessore Battaglia. Soddisfatta dell’operatività dello sportello ma anche sconfortata dall’elevato numero delle richieste di aiuto, l’assessore Battaglia. “Molti cittadini hanno trovato un aiuto concreto e reale ai loro problemi; si è diffusa nella coscienza collettiva una maggiore consapevolezza di cosa sia mobbing, e di quali siano le strategie per affrontarlo. Sicuramente si è fatta anche opera di prevenzione, ambito dove ritengo ci sia ancora molto da fare perché il posto di lavoro non sia più foriero di situazioni di malessere e sofferenze, perché le angherie non abbiano terreno fertile e i vessatori non si sentano liberi e autorizzati di agire contro colleghi o sottoposti. Importante il ruolo dei datori di lavoro che devono apprendere e trasmettere rispetto tra i lavoratori e anche mettere in atto strategie di controllo sui comportamenti tra colleghi; un impegno viene richiesto anche ai lavoratori e alle loro capacità di empowerment, perché nei casi meno conflittuali a volte basta cambiare atteggiamento per disinnescare il circolo vizioso dei soprusi e ripristinare condizioni lavorative se non idilliache perlomeno sopportabili”. L’attività proseguirà anche per il 2016. “L’auspicio – ha concluso Battaglia – è che visto il destino delle Province, la Regione dia continuità al servizio perché è molto richiesto dai cittadini”.

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