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Province, oltre a Udine al voto anche quelle siciliane

redazione 15 Febbraio 2013

Province, oltre a Udine al voto anche quelle sicilianeQuella di Udine non sarà l’unica Provincia d’Italia che andrà al voto nel 2013. Secondo quanto stabilito dalla giunta regionale della Sicilia il 5 febbraio scorso, andranno al voto anche tutte le province di quella regione a statuto speciale: Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa e Trapani. «Mi pare dunque fuorviante continuare ad affermare che quella di Udine sarà l’unica in scadenza ad andare al rinnovo – commenta il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini –. Se infatti nelle regioni a statuto ordinario gli enti intermedi sono stati commissariati per un anno, nelle altre Regioni ovvero quelle a statuto speciale, si potranno rinnovare i Consigli provinciali: discorso che non coinvolge tutte e cinque le regioni speciali. Per quanto riguarda la Valle D’Aosta e il Trentino Alto Adige, il problema non sussiste perchè le Province non esistono. In Sardegna non vi sono scadenze imminenti. Agli inizi di febbraio la giunta regionale della Sicilia ha approvato la delibera relativa alla rideterminazione delle data delle elezioni amministrative. La Provincia di Udine sarà la prima del 2013 visto che si vota in aprile. Cosa che sarebbe potuta accadere anche nell’isola che invece ha deciso di cambiare facendo slittare il giorno delle consultazioni elettorali alla fine di maggio».

La partita del riordino delle Province, per il presidente della Provincia, non poteva essere attuata in maniera frettolosa e superficiale solo perché vi era la scadenza alle porte. Tanto più nelle regioni a statuto speciale dove gli enti locali hanno un ruolo di primo piano. «Quello che ci attendiamo – anticipa Fontanini – è che si riesca a porre in essere una riforma autentica che risponda alle necessità del territorio. E ciò in Friuli Venezia Giulia si traduce nella creazione della grande provincia del Friuli da una parte e la Città metropolitana di Trieste dall’altra. Chiudere o commissariare un ente in fretta e furia è solo pura apparenza. Rinnovare chi guiderà questi enti sarà certamente più proficuo che ingessarli nel commissariamento. E anche per quanto riguarda la riforma istituzionale è esercitata pienamente la competenza che ci spetta in quanto speciali».

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