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Province: la riforma regionale crea confusione

redazione 28 Settembre 2014

La Regione Friuli Venezia Giulia stoppi la sua confusionaria riforma che crea tante mini-province. Al suo posto si applichi la riforma nazionale “Delrio” che mantiene le Province pur rivedendone le funzioni e cancellando le elezioni da parte dei cittadini.

E’ questo il messaggio lanciato durante la conferenza stampa congiunta del presidente dell’Unione province italiane (Upi), Alessandro Pastacci, e dei presidenti delle Province di Pordenone, Udine, Gorizia e Trieste.

A prendere per primo la parola è stato Alessandro Ciriani, nel doppio ruolo di presidente dell’Upi regionale e della Provincia di Pordenone. “Nessuno capisce e conosce la riforma strampalata della Regione che ha aspetti tragicomici – ha attaccato – ogni settimana cambiano qualcosa proponendo prima le Ato, poi le Uti (le unioni dei comuni, ndr), organismi che si sovrappongono alle Province che continuano a esistere. Invece di inventare progetti cervellotici e assurdi, è molto più semplice applicare la riforma nazionale e affidare ai sindaci – è stato l’appello di Ciriani ai primi cittadini – la gestione delle attuali Province”.

Per Ciriani, inoltre, “è ormai chiaro a tutti che la riforma Panotin non produrrà nessuno degli effetti annunciati in termini di maggiore efficienza e risparmi. Parlare di un risparmio di 27 milioni è stato offensivo e non ho mai ottenuto risposta quando ho chiesto di produrre numeri e documenti”. Tanto che “l’Upi regionale chiederà alla Regione un quadro economico preciso della riforma e non un pezzo di carta” ha aggiunto il presidente della Provincia di Goriza, Enrico Gherghetta.

“Ci sono già quattro Ambiti ottimali, ovvero le Province – ha rimarcato dal canto suo Pastacci – e non si capisce la ragione per crearne di più piccoli. Questa Regione diventi laboratorio – ha sostenuto – per ottimizzare il governo del territorio, senza creare sub-ambiti”.

“La legge Delrio – ha poi precisato – pur rivedendo l’assetto delle Province non le abolisce, ma garantisce un nuovo assetto istituzionale. In Friuli Venezia Giulia, proprio per la sua specialità, si potrebbe fare un percorso costruttivo, per potenziare le aree vaste. E’  necessario basarsi sulla riforma Delrio, in quanto non può venire meno l’impianto della norma nazionale”. Pastacci ha infine ricordato l’importanza del ruolo della Province in Italia, che hanno ancora in capo l’80% delle strade e ben 5.000 edifici di scuola secondaria di primo e secondo grado.

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