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Parte dalla Pepe di Udine l’appello delle Scuole e Accademie di Teatro per la ripresa dei corsi, un segnale di speranza accolto!

Nick Tosolini 11 Maggio 2020
prova Odisseea nico pepe 3

È partita da Udine, dalla Civica Accademia Nico Pepe, l’idea di rivolgere al ministro della Cultura Dario Franceschini un appello per richiamare l’attenzione sulla specificità delle Scuole e Accademie di Teatro italiane, che come il mondo dello spettacolo dal vivo, i teatri e le compagnie sono state travolte dall’emergenza sanitaria: porte sbarrate quindi per un periodo lungo e poche prospettive di ripresa.

Il mondo del teatro sta attraversando una crisi drammatica e l’appello ha voluto lanciare un segnale, innanzitutto istituendo un coordinamento tra le diverse istituzioni nazionali, per confrontarsi e cercare una strategia comune. Nelle intenzioni di Claudio de Maglio, direttore della Nico Pepe e promotore dell’appello, si trattava innanzitutto di richiamare la specificità delle scuole e il loro cruciale ruolo di luoghi dedicati al futuro dei protagonisti della scena. Cancellare la speranza di un ricambio e di un futuro avrebbe aggiunto ulteriori preoccupazioni allo scenario già così cupo. La risposta è stata corale e entusiasmante, si è creato un dialogo fertile e utile dal quale sono nate le proposte indirizzate al Ministro che pongono l’accento sul valore collettivo del teatro e sulla specificità delle discipline che vi si insegnano, dove si esercita quello straordinario e insostituibile “corpo a corpo” che rende il teatro vivo e necessario dopo millenni. Si è chiesto innanzitutto di citare espressamente le scuole di Teatro per lanciare un segnale di attenzione e incoraggiamento ai giovani che le frequentano e poi di adoperarsi per la ripresa della modalità laboratoriale che caratterizza queste strutture formative, sempre con la rigorosa osservanza a norme e prescrizioni dettate dalle autorità sanitarie. Hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo insieme alla Civica Accademia Nico Pepe di Udine, l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica “Silvio D’Amico di Roma, la Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano, La Scuola Accademia dei Filodrammatici di Milano, La Scuola di Teatro del Piccolo Teatro di Milano, l’Arsenale Scuola di Teatro (Milano), la Scuola del Teatro Stabile di Napoli Teatro Nazionale, la Scuola dei Mestieri del Teatro Biondo di Palermo, la Scuola del Teatro Nazionale di Genova, la Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”, la Scuola di Teatro “Iolanda Gazzero” Laboratorio permanente per l’Attore di Emilia Romagna Teatro Fondazione, la Scuola Modello Te.Se.O Veneto Teatro Stabile del Veneto Accademia Teatrale Veneta, l’Accademia d’Arte del Dramma Antico Fondazione INDA onlus.

L’appello ha sortito l’effetto sperato e con grande soddisfazione a compensare tanti giorni di contatti e le legittime aspirazioni di attori registi e drammaturghi del futuro, le richieste sono state accolte e fatte proprie dalla Commissione Cultura della Camera che ha espressamente citato “nell’ambito degli interventi di sostegno la particolare specificità delle scuole e accademie di teatro, al fine di consentire una ripresa delle attività didattiche”. La relazione è quindi stata letta dal Ministro Franceschini nel corso dell’audizione tenutasi alla Camera.

Obiettivo quindi conseguito e tanta comprensibile soddisfazione alla Nico Pepe e gli altri sottoscrittori, resa ancora più significativa dal fatto che si è creato un fronte comune che ha espresso in maniera unitaria le proprie richieste, un valore da far crescere e implementare anche in futuro: si sono gettate le basi di una auspicabile e futura collaborazione nel settore della formazione.

Il risultato conseguito vede dunque la nostra regione muoversi in direzione coerente con queste richieste – con l’ordinanza 12 firmata dal presidente Fedriga il 3 maggio relativa ai soggetti privati che erogano attività formativa – come a dire che il buon senso va prevalendo e riguardo alla ripresa delle attività si pensa a dare dignità a tutti i settori senza tralasciare quelli di ambito formativo, ingiustamente a volte considerati per ultimi, ma che concorrono a sostenere in modo fondamentale la vitalità, la crescita e la tenuta del tessuto sociale.

Un territorio quello del Friuli Venezia Giulia che conferma la sua valenza di laboratorio progettuale, orientato a pensare al futuro e a raccogliere le migliori forze per ripartire.

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