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Gabriele Salvatores a Villa de Claricini Dornpacher, set del suo nuovo film “La variante di Lüneburg”

redazione 1 Agosto 2025
Sopralluogo_Salvatores_Villa_de_Claricini_Dornpacher_1

La seicentesca Villa de Claricini Dornpacher di Bottenicco di Moimacco, alle porte di Cividale, è uno dei set scelti per il nuovo film di Gabriele Salvatores “La variante di Lüneburg” tratto dall’omonimo romanzo di Paolo Maurensig. Oggi, il regista Gabriele Salvatores, la scenografa Rita Rabassini , l’aiuto regista Roy Bava, Victor Perez virtual effect visual e, per la Film Commission Fvg, la coordinatrice Chiara Valenti Omero e Gianluca Novel, hanno effettuato un sopralluogo alla Villa assieme al presidente della Fondazione de Claricini Dornpacher, Oldino Cernoia. Il film sarà girato nel 2026.In allegato: alcune foto scattate oggi durante il sopralluogo. Villa de Claricini Dornpacher è stata edificata intorno alla metà del secolo XVII dalla nobile famiglia di origini bolognesi de Claricini Dornpacher e dal 1971 è sede della Fondazione omonima, istituita per volere della contessa Giuditta de Claricini (1891 – 1968), ultima erede del casato, con lo scopo di conservarne il patrimonio storico e artistico e promuovere studi e manifestazioni culturali. Il complesso della Villa comprende la grande casa dominicale, la chiesa e le annesse dipendenze. All’interno si conservano in ogni stanza pregevoli collezioni d’arte. Affreschi, dipinti, mobili, arredi, abiti e manufatti tessili, tappeti, stampe, disegni, fotografie, documenti d’archivio, libri, strumenti musicali, oggetti d’arte applicata e suppellettile domestica raccontano la storia plurisecolare della proprietà, della famiglia cui appartenne per secoli e del territorio. Dal cortile d’onore si accede alla chiesetta di S. Croce, costruita intorno al 1700 e accuratamente restaurata nel 2004. Con la caduta della Serenissima, i de Claricini si trasferirono a Padova e la dimora divenne la residenza estiva della famiglia. Tra il 1908 e il 1909 il conte Nicolò de Claricini fece restaurare la villa e fu costruito il giardino all’italiana sulla base di elementi tradizionali sei – settecenteschi attinti da esperienze del territorio circostante. Esposto a sud, il giardino è racchiuso da balaustre. Il grande pavimento centrale di pietra, scandito ai margini da vasi di limoni e fiori, divide simmetriche aree verdi ornate da arbusti di bosso, statue e fontane. Su un lato del giardino la serra costruita a fine Ottocento accoglie i limoni centenari durante il periodo invernale.

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