
Il sipario si alzerà il 12 luglio 2025 a Rovereto (TN) su uno spettacolo di grande impatto emotivo e
storico: “Filanderis dal Friûl… a contavin di ches frutis peadis a un fil di sede…”. L’opera
promette un viaggio affascinante nelle vicende di migliaia di donne friulane, la cui storia personale
si intreccia indissolubilmente con la profonda trasformazione sociale che ha segnato il Friuli.
Questo spettacolo storico-culturale è un vero e proprio ponte tra passato e presente, illuminando il
difficile ma significativo passaggio dalla vita contadina all’era industriale, simboleggiato dalle
“filande”. Attraverso una narrazione avvincente e canti intensi, “Filanderis dal Friûl” non è solo un
omaggio alla lingua e all’identità friulana, ma si sviluppa interamente in italiano, rendendolo
accessibile a un pubblico vasto e variegato.
Il progetto nasce dall’intuizione e dalla creatività del Maestro Mauro Vidoni, che ha curato la
concezione e le musiche, rendendo possibile quest’opera grazie al prezioso contributo della Regione
Friuli Venezia Giulia, della Comunità Collinare del Friuli e al patrocinio del comune di Dignano
(UD).
A dare corpo e voce a questa storia è il Grop Corâl Vidulês, un coro misto di 27 elementi con ben 40
anni di storia, proveniente da Vidulis, un piccolo paese nel comune di Dignano (UD). La loro
interpretazione corale, cuore pulsante dello spettacolo, si basa sui canti scritti o musicati dal Maestro
Vidoni stesso, garantendo un’esperienza sonora profonda e coinvolgente.
Il toccante testo dello spettacolo è stato firmato da Valentino Piovesana, la cui forza emotiva è
amplificata dalla magistrale interpretazione vocale di Marta Daneluzzi. A completare la ricca
compagine artistica, arricchendo l’atmosfera sonora con le loro perfomance, troviamo Annamaria Del
Bianco alle percussioni e Giuliano Banelli al pianoforte.
“Filanderis dal Friûl…” non è però solo musica e parole. Questo ambizioso progetto si avvale anche
di una potente dimensione visiva, con un video della durata di un’ora, magistralmente montato dal
regista Cristiano Biz, che accompagna e integra la performance dal vivo, offrendo un’esperienza
immersiva a 360 gradi.
Lo spettacolo getta luce sulle “filande”, le giovanissime operaie che sulla loro pelle hanno vissuto
l’evoluzione sociale ed economica del Friuli. È la loro storia di stenti e sofferenze, ma anche di
fierezza e orgoglio, a dominare la scena, una narrazione che porta alla luce un’emancipazione sociale
forse non ancora pienamente raggiunta.