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STROMBOLI: A TU PER TU CON UN’ ERUZIONE

Alessia Mandarano 28 Agosto 2019
stromboli

Un forte boato e la terra sotto i miei piedi vibra, assieme ai vetri delle porte e ai muri di quella casetta sulle pendici di Stromboli. Il vulcano! Ci alziamo in piedi spaventati. Cosa sta succedendo? Presa dal panico per qualche secondo vado avanti e indietro dalla cucina al salotto, non mi posso avvicinare ai vetri, potrebbero rompersi con le vibrazioni. Vorrei uscire ma mille telefonate mi bloccano, amici e parenti mi stanno chiamando per sapere dove sono, se sto bene e se sono al riparo.

I bambini sotto al tavolo, spaventati, piangono. Il loro padre è appena arrivato a casa e cerca di tranquillizzare tutti, dice che va tutto bene, indossa la divisa della Croce Rossa ed esce di nuovo di casa.

Uscita finalmente in terrazza mi volto a guardare quella “montagna”, quella colonna di fumo che si alza in cielo per cinquemila metri e che lo colora di grigio. Rimango per un po’ a guardarla. Prendo il telefono e faccio qualche scatto. Poco sotto alla vetta un incendio si stà espandendo. L’erba secca a contatto con i lapilli ardenti prende fuoco, spero che il vento non lo porti al paese.

I turisti corrono da una parte all’altra spaventati e i più saggi salgono verso la piazza, il posto più sicuro dell’isola. Molti si riparano nella chiesa, famiglie con bambini, ragazzi e adulti.

Pochi minuti dalla forte esplosione e la nube piroclastica si espande coprendo tutto il paese, oscurando il sole, inizia a piovere, o per lo meno il suono è quello della pioggia ma dal cielo cadono piccoli lapilli misti a sabbia. Corro di nuovo dentro casa a ripararmi. Guardo fuori la strada che si riempie di sabbia, c’è ancora gente che corre al riparo, il tutto dura per una decina di minuti, giusto il tempo di riempire le strade di sabbia nera e pietruzze.

Esco a fare un giro e vedo due canadair che raccolgono l’acqua dal mare e la buttano sulle fiamme, ci mettono l’intera giornata prima di spegnerle.

Rimango affascinata nel vedere tutto ciò e non ho più paura, il vulcano, Iddu, così chiamato, è un amico ormai, e so che non devo avere paura di lui.

 

Alessia Mandarano

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