
In un periodo storico dove le serate sono dominate dai vari Netflix, Sky e multisala varie, è una grazia che ci sia chi organizza serate come il cinema Palladio di Fontaniva (PD) dove si può vedere il film ed alla fine si può colloquiare con uno dei protagonisti. Il potere poi di far uscire la gente si casa in una fredda serata di giovedi ce l’ha l’energia di un film che parla del nostro quotidiano, uno spaccato del nostro presente, della nostra terra veneta. Il Film in questione è Gente di Pianura del regista feltrino Francesco Sossai. Questi sono i film che prodotti con budget sicuramente irrisori rispetto ai fenomeni stile Marvel, ti fanno innamorare ancora del cinema, che ti fanno rimanere in sala, non esci appena si accendono le luci per tornare alla tua vita come nulla fosse. È un film che non racconta nulla di stupefacente semplicemente ti sbatte in faccia la realtà, la storia di due balordi del nordest ed un ragazzo del meridione che ha ancora il suo futuro da vivere mentre i due santi bevitori il loro futuro lo hanno lasciato nel fondo di un bicchiere. Il film è impreziosito dai camei di Pennacchi e Citran. La storia è un girovagare da nord a sud, da est ad ovest per tutto il Veneto dai monti fino alla pianura più grigia, in quella pianura che veniva volutamente dimenticata dal Veronese che dipingeva un Veneto che passava dai monti direttamente alla laguna e quella terra di mezzo veniva dimenticata. Il protagonista presente in sala Pierpaolo Capovilla ha risposto al pubblico presente in sala numeroso partecipativo e curioso dimostrando che il cinema è ancora vivo sopratutto quando racconta delle storie vere senza dover inventare storie senza senso.


