
CERVIGNANO DEL FRIULI – Il 12 novembre 2003, alle ore 10:40 locali (le 8:40 in Italia), la storia della missione di pace italiana in Iraq fu segnata da una tragedia senza precedenti. Un camion cisterna, imbottito di esplosivo, si schiantò contro la recinzione della Base “Maestrale” a Nassiriya, quartier generale della MSU italiana dei Carabinieri. L’impatto e la conseguente deflagrazione furono devastanti, innescando l’esplosione del deposito munizioni della base e radendo al suolo gran parte della struttura. Il bilancio finale fu di 28 vittime in totale: 19 Italiani – tra cui 12 Carabinieri, 5 militari dell’Esercito e 2 civili, oltre a 9 vittime irachene.A Cervignano, in via Matteotti, sorge un monumento che commemora la Strage di Nassiriya, un simbolo del dolore che ha toccato l’intera nazione. L’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo ha voluto onorare quel drammatico momento con una cerimonia sobria e simbolica. La loro iniziativa non è stata solo un omaggio ai caduti, ma una testimonianza vivente della memoria collettiva e del sacrificio compiuto per i valori di pace e stabilità. Alla cerimonia hanno partecipato numerose autorità civili e militari, tra cui: il Sindaco Andrea Balducci, i Comandanti delle Stazioni dei Carabinieri di Cervignano, Antonello Somma, e di Torviscosa, Massimo Cav. Varvaglione. Presenti anche il Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo (sezione di Cervignano), Franco Forlin, e il parroco Don Sinuhe Marotta. Un momento di particolare significato è stato dato dalla presenza dei ragazzi della scuola primaria Abate Biavi, tutti sventolavano il tricolore, a testimonianza dell’importanza della memoria per le nuove generazioni.Prima della solenne deposizione dei fiori davanti al monumento e della benedizione impartita dal Parroco, sono stati ricordati i 19 caduti italiani con un toccante rintocco della campana e il suono del Silenzio d’ordinanza. Questo momento suggestivo e profondo ha creato una pausa di grande commozione tra i presenti, sottolineando la sacralità del sacrificio e l’unità della comunità nel ricordo.
Livio Nonis


