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“CHIAMATEMI MEDEA” VANESSA GRAVINA

redazione 9 Ottobre 2025
angelo-floramo

Protagonista dello spettacolo scritto da Angelo Floramo per la SOMSI Pordenone

Il nuovo testo teatrale uscito dalla geniale penna dello scrittore friulano traghetta il celebre mito nel Terzo Millennio, per saggiare nuove forme di utopia, amore estremo, verità, ribellione sulle musiche originali della compositrice goriziana Maria Beatrice Orlando, lo spettacolo si comporrà degli interventi di mimo e danza dell’attore Alessandro Maione e della danzatrice Valentina Saggin, affiancati dal soprano Laura Ulloa e dal “Go! Borderless Ensemble” di musicisti italo-sloveni, sotto la direzione artistica e musicale di Eddi De Nadai zin scena, in forma di “coro greco”, un gruppo di studentesse del Liceo Leopardi-Majorana di Pordenone, Società Operaia di Pordenone dal titolo “Chiamatemi Medea”: racconto teatrale commissionato al geniale scrittore friulano con le musiche originali della compositrice Maria Beatrice Orlando, che sarà di scena lunedì 20 ottobre alle 20.45 nello Spazio Palco del Teatro Verdi di Pordenone, con prevendita biglietti aperta sul circuito Vivaticket.

L’attrice milanese, molto nota e amata dal pubblico per i suoi ruoli sia in televisione (uno per tutti “Il Paradiso delle Signore”) sia al cinema e in teatro, dove è attualmente in tournée con uno spettacolo di Pirandello, impersona con grande sensibilità questo ruolo così ricco di luci e ombre, in una produzione che coniuga la parola alla musica all’arte coreutica.

L’iniziativa è realizzata con il sostegno di Regione Friuli Venezia Giulia, Comune di Pordenone, Fondazione Friuli, e con il contributo di Itas Assicurazioni e di GSM Pordenone.

Il progetto, che porta la firma della direzione artistica e musicale di Eddi De Nadai, nasce all’interno del percorso della SOMSI “Parole per un Nuovo Umanesimo”, nel quale Floramo prende ispirazione dal celebre Mito Greco della “Maga” (o strega) del Caucaso che, arrivata in Occidente al seguito dell’eroe Giasone dopo averlo aiutato a impossessarsi del famoso “vello d’oro”, per interesse e ragion di stato, viene da lui ripudiata, generando il dramma che, nella feroce difesa della sua istanza di verità, giunge a compiere il sacrificio più estremo, quello dei propri figli.

Angelo Floramo traghetta dunque con estrema lucidità il mito nel Terzo Millennio, per saggiare nuove forme di utopia, amore estremo, verità, ribellione, denuncia, “tra un maschile che violenta e un femminile che si dona, un Oriente che sogna e un Occidente che compra e consuma”.

Le sue parole sono destinate a portare alla ribalta Medea da sola, sotto una luce crudele che ne scolpisce tutti i chiaroscuri, chiedendole di parlarci dell’oggi, con un testo costruito per voce di donna recitante le cui parole prendono vita in corpi che incarnano le narrazioni, le visioni e maledizioni degli spettri di un passato che continua a perdurare nella storia, con la sua feroce disumanità. Saranno gli interventi mimici di Alessandro Maione, attore e pedagogo teatrale friulano, e coreografici della danzatrice Valentina Saggin, componente artistica della Compagnia Arearea, a dare vita a questi fantasmi, insieme alle proiezioni di Lorenzo Bosich. La musica è l’altra anima vibrante di questo spettacolo, con la partitura scritta dalla giovane musicista goriziana (classe 1991) Maria Beatrice Orlando, già allieva di compositori quali Renato Miani e Mario Pagotto, e oggi riconosciuta come una delle compositrici più dinamiche della nuova generazione. Sarà il Go! Borderless Ensemble, compagine transfrontaliera italo-slovena formata da Matija Udovič (violino), Barbara Grahor Vovk (viola), Ema Krečič (violoncello), Marcello Bon (contrabbasso), Ludovica Borsatti (fisarmonica) e Francesco Pandolfo (percussioni), a interpretare queste note, insieme al soprano Laura Ulloa, giovane cantante nata all’Avana e diplomatasi al Conservatorio Tomadini di Udine, Premio Nazionale delle Arti 2020, assegnato dal MIUR, nella sezione di canto lirico, oggi con una carriera in ascesa presso prestigiosi teatri, tra i quali il San Carlo di Napoli.

Infine, il “coro greco” impersonato da un gruppo di studentesse del Liceo Leopardi Majorana di Pordenone: Sofia Ermione Calabresi, Eleonora Canciani, Benedetta Dolcet, Maria Oliva Fedorovych, Sara Fera, Giulia Mestre, Anna Taiariouna, saranno, nell’intenzione dell’autore, “una pluralità di voci che sottolineano, evocano, emozionano, scardinano tutto ciò che impedisce a noi contemporanei, oggi, di lasciarci pervadere da quella salvifica catarsi che ci permetterebbe di ritornare finalmente umani”.

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