
A Udine al Bluenergy Stadium gremito da oltre 21mila spettatori, Tottenham e Paris Saint German si sono sfidate per la Supercoppa UEFA 2025 dando vita a una partita emozionante non tanto nel gioco ma i diversi colpi di scena.
Gli Spurs hanno accarezzato il trofeo ambito che chiude ufficialmente la stagione 2024/2025 per più di ottanta minuti. Ma il calcio, si sa, non si lascia imbrigliare dalla logica. Gli Spurs hanno dominato tatticamente e fisicamente gran parte del match, salvo poi smarrirsi nei minuti finali, aprendo la porta al ritorno del Paris Saint-Germain, che alla fine ha alzato il trofeo ai rigori (4-3).
La cronaca racconta di un Tottenham padrone del campo: possesso ridotto (33% contro il 67% parigino) ma molto più verticale, 13 tiri totali e 5 nello specchio . Al 39’ Micky van de Ven ha sbloccato la gara, pronto a ribadire in rete dopo un’azione convulsa. Pochi secondi dopo l’inizio della ripresa, Cristian Romero ha trovato di testa il raddoppio, sfruttando un’uscita a vuoto di Donnarumma, poi sostituito da Chevalier .
Sembrava la resa dei conti: il Tottenham, guidato da Thomas Frank, aveva in pugno la partita, più aggressivo nei duelli e con la gamba già brillante dopo settimane di preparazione. Ma il PSG ha avuto la virtù che serve nei momenti disperati: resistere. Kang-in Lee ha accorciato con un sinistro preciso all’85’, e al 93’ Gonçalo Ramos ha punito la difesa distratta degli Spurs con un colpo di testa che ha gelato Udine .
Dal disastro psicologico al dischetto il passo è breve. E lì il Tottenham si è sciolto: errori pesanti per van de Ven e Mathys Tel, mentre il PSG ha messo dentro i tiri decisivi con Ramos, Dembélé, Lee e Nuno Mendes .
Luis Enrique a fine partita non ha nascosto le difficoltà: «Per 40 minuti abbiamo giocato un brutto calcio, ma chi è entrato nella ripresa ha cambiato la partita. È stata una prova di carattere». Il tecnico ha poi sottolineato la buona partita del portiere Chevalier, che sarà all’altezza di raccogliere l’eredità di Donnarumma.

Il Tottenham, invece, deve interrogarsi. Non è la condizione fisica a mancare, ma la maturità: la capacità di chiudere un trofeo quando il campo dice che lo meriti. Gli Spurs hanno pagato l’ingenuità e il nervosismo, il PSG ha capitalizzato con la freddezza di una grande d’Europa.
La Supercoppa di Udine lascia dunque due verità opposte: da un lato un Tottenham che seduce ma non concretizza, dall’altro un Paris capace di sopravvivere, trasformare la sofferenza in esperienza e portarsi a casa un titolo che, più che guadagnato, è stato strappato all’ultimo respiro.


