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SOLDATO PETER I registi Gianfilippo Pedote e Giliano Carli mercoledì 25 a Cinemazero di Pordenone e giovedì 26 settembre al Visionario di Udine!

redazione 24 Settembre 2024
Primo piano Peter

1918, poco prima della fine della Grande Guerra. Un soldato austriaco oltrepassa lo sbarramento delle linee italiane e fugge. È molto giovane, solo, spaventato. Nel suo percorso in quella terra nemica, così simile alla sua, i pensieri della terribile esperienza sul fronte si alternano ai ricordi d’infanzia. Lungo il cammino la morte lo prende e lo rimette nel flusso della natura, a cui ha sempre sentito di appartenere.
Ispirato a un soldato ungherese realmente esistito. Si chiamava Peter Pan. Soldato Peter, film dei registi Gianfilippo Pedote e Giliano Carli sarà proiettato a Cinemazero di Pordenone mercoledì 25 settembre alle 21.00 e al Visionario di Udine giovedì 26 alle 19.30 alla presenza dei registi (e a Pordenone anche dell’illustratore Paolo Cossi, che ne ha curato lo storyboard).

La proiezione pordenonese è in collaborazione con CAI – Sezione di Pordenone, Tavolo per la Pace e Piccolo Festival dell’Animazione. Prendendo spunto dalla sorprendente corrispondenza tra il nome di un soldato dell’esercito austro-ungarico Peter Pan, morto poche settimane prima della fine della Grande Guerra, e il personaggio del romanzo di J.M Barrie, Peter Pan, il bambino che non voleva mai crescere, il film sceglie la via del racconto fantastico per mettere in discussione la guerra e il suo intrinseco legame con le ideologie e il pensiero dominanti.

“Questo film” – spiegano i registi – “intende essere un canto sommesso contro la guerra che continua a insanguinare il mondo riaffacciandosi ormai anche sull’ Europa, che si illudeva di essersene affrancata. La guerra semina morte e distruzione, riaccende la fiamma dell’odio tra simili ed è ingiusta: colpisce soprattutto i più fragili, coloro che non l’hanno concepita e decisa. La guerra sembra scaturire dallo stesso pensiero onnipotente e tecnofilo che ha portato l’uomo a considerare la natura come qualcosa di estraneo e distante da sé, un’entità da sfruttare per trarne un beneficio, economico in primo luogo, fino a creare le condizioni per rendere incerta la nostra stessa sopravvivenza sulla Terra. Guerra e disastro ambientale sono frutti velenosi di uno stesso pensiero.”

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