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Un robot per consultare i 50mila manifesti del Nuovo Museo Salce

Nick Tosolini 15 Ottobre 2020
lancio-riscaldamento

Il Grande Totem, cuore tecnologico del Nuovo Salce
ha superato la prova sul campo.
Rivoluziona la consultazione e la conservazione
dei quasi 50 mila manifesti del Museo Statale trevigiano


Si è brindato, naturalmente con il Prosecco, per la perfetta riuscita della prova sul campo del nuovo sofisticato sistema robotizzato che gestirà, dal prossimo 5 dicembre, i quasi 50 mila manifesti storici accolti dal Grande Totem, cuore tecnologico del nuovo Museo Nazionale Collezione Salce, a Treviso. Museo per la cui apertura al pubblico il prossimo 5 dicembre è attesa la presenza del Ministro Dario Franceschini.
La “macchina” ha saputo consegnare in modo veloce e perfetto il manifesto che la responsabile del progetto del nuovo Salce, l’architetto Chiara Matteazzi, aveva appena richiamato dal suo computer. L’impulso ha raggiunto in tempo reale il microchip abbinato al manifesto selezionato e il grande archivio si è scomposto, conducendo letteralmente sul tavolo di consegna il manifesto richiesto per la consultazione.
Il sistema, modellato appositamente per le particolarissime esigenze del nuovo Museo, è stato “mutuato” dai sistemi di gestione dei grandi gestori mondiali del commercio.
Nello specifico, con più di 10 anni di lavoro finanziato dal Mibact tutti i manifesti patrimonio della Collezione (che è una delle 2 più importanti al mondo) sono stati classificati, fotografati, inseriti in un data base universalmente consultabile. In vista dell’apertura del nuovo Museo, per tutti i manifesti è stata avviata la microchippatura.
I manifesti sono nati per vivere lo stretto spazio dei una campagna pubblicitaria e certo non pensati per durare nei secoli (nella Collezione vi sono anche reclame che risalgono al Settecento). Sono oggetti estremamente fragili, quindi, che richiedono condizioni precise per poter sopravvivere al loro breve destino. Di qui la creazione, per il nuovo Museo Nazionale, del “Grande Totem” all’intero dell’ex Chiesa medievale di Santa Margherita. Il “Grande Totem” è un fortino in cemento armato, studiato per resistere anche nel caso di un terremoto che facesse crollare la chiesa (per altro restaurato secondo criteri antisismici). All’interno 200 grandi cassoni metallici, montati su tre colonne alte due piani, conservano, distesi, i preziosi, antichi manifesti. Individuato il manifesto richiesto, il sistema robotizzato muove l’intero sistema di cassoni sino a condurre al punto di consegna l’affiche richiesta.
L’ambiente di conservazione e consultazione è controllato in fatto di temperatura, umidità, polveri aeree, luce. All’interno del Grande Totem è pronto anche il Laboratorio di Restauro che si prende quotidianamente cura di questo immenso, fragilissimo mondo di carta.
Proprio perché di carta si tratta, i progettisti hanno riservato particolare attenzione al fuoco. In caso di incendio, infatti, entrano automaticamente in funzione le apparecchiature che saturano il Totem con azoto e argon, gas capaci di annullare il focolaio. Altrettanto adeguati i sistemi di sicurezza anti intrusione, a difesa di questo Sancta Sanctorum della storia universale della grafica e della società.
Nello stesso Totem, ma al piano superiore vi sono gli uffici di gestione del Museo e, a chiudere sull’alto il colossale parallelepipedo, è una area espositiva multifunzionale di circa 450 metri quadri, con una emozionante vista sulle scabre superfici murarie dell’antica chiesa. Dalle capriate lignee del tetto possono scendere le strutture necessarie per esporre i manifesti che qui, di tempo in tempo, saranno presentati in mostre tematiche temporanee ad inaugurare il Santa Margherita sarà il 5 dicembre la grande mostra dedicata a Renato Casaro, trevigiano, creatore dei manifesti per molti dei più importati film prodotti ad Hollywood. Ma quassù si potranno organizzare anche eventi diversi, da concerti a spettacoli a incontri di studio.
“6 anni di cantiere e un investimento di 4,5 milioni da parte del Mibact e di 1,5 milioni da parte della Regione del Veneto, ci hanno consentito – afferma il Direttore del Polo Museale Veneto, Daniele Ferrara – di dare, dopo 58 anni dal Lascito del ragionier Salce, una casa definitiva e sicura alla sua Collezione, inestimabile tesoro italiano. Una “casa” che, per livello di tecnologia applicata o appositamente ideata, è unica nel panorama nazionale e internazionale dei nuovi Musei

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