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Udinese 1 – Napoli 1: questione d’altri tempi

Fabrizio Colombo 8 Dicembre 2019
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Partita delicata per l’udinese che doveva confermare la buona prova di coppa e allontanare i fantasmi di halloween, visto che ormai è tempo di Natale.

Delicata anche per il Napoli, anche se pare che Ancelotti il panettone lo abbia già mangiato per non correre rischi.

A dispetto di ogni aspettativa, pur occupando il campo, il Napoli pare non nuocere e l’udinese ne approfitta restando unita e compatta come non accadeva da tempo. Ci sono dei giocatori che catalizzano la mia attenzione:

  1. Insigne che gioca alto in quello che pare proprio un attacco a 3 ma senza combinare nulla.
  2. De Paul che gioca da mezzala destra e nei primi minuti pressa e si fa vedere. Il problema è che nessuno si sovrappone da quella parte e lui deve avventurarsi per altri lidi commettendo errori che gli fanno perdere fiducia. Giusto sostituirlo ma bisogna metterlo nelle condizioni di esprimersi.
  3. Mandragora ha trovato la sua posizione, da equilibrio, lotta e smista bene. Peccato per la palla persa che genera il goal del Napoli ma forse qualcuno in raddoppio avrebbe dovuto esserci.
  4. Fofana è una furia, anche lui pare aver tratto giovamento dalla cura Gotti. Recupera palloni, parte da un’area all’altra palla al piede e addirittura serve la palla del vantaggio a Lasagna (1 tiro e un goal da non crederci).
  5. Tre Havest ha comprato i piedi dal colosso svedese del mobile ma non ha trovato la brugola nella confezione: ho già provveduto a contattare l’ufficio clienti perché rimedi.
  6. Nuitink pare Lex Luthor, cattivo e arrabbiatissimo.
  7. Okaka e Koulibaly parevano due gladiatori nell’arena, un duello d’altri tempi.

Gotti è il vice più Miami-vice che esista: potrei scommettere che nel tempo libero vada in giro con Opoku con una Ferrari bianca cabriolet e musica anni ottanta a palla.

D’altronde l’Udinese vista oggi in campo pareva proprio un omaggio a quei tempi, quelli del 5-3-2 e pedalare. Ah che nostalgia. Oggi ha funzionato (per un tempo) portare le lancette della tattica indietro di 40 anni ma non ritengo che possa essere una strada percorribile a lungo termine.

Cosa abbiamo imparato? Che i Duran Duran in fondo piacciono a tutti.

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