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FARE O RIMANDARE QUESTO E’ IL PROBLEMA

Daniela Manfè 27 Giugno 2016
pensare

pensareApprofondendo un tema già trattato in un mio articolo di tempo fà che potrete leggere cliccando qui , il rimandare sempre a domani è un classico intramontabile. Più dei soliti cliché. Più della frase “Non ci sono più le mezze stagioni”. Più del grana sulla pasta. Dovendo scegliere tra il caffè del mattino, simbolo per l’eccellenza del “fare” a causa della caffeina… specie al mattino.
Personalmente iniziare la giornata senza caffè mi sembra una battaglia da eroi, conosco diverse persone che entrerebbero in crisi. Ogni tanto penso che il rimandare sia
quasi una droga. Alla fine è un’abitudine, una dipendenza, un qualcosa di rassicurante a cui aggrapparci. Il pensiero del “posso sempre farlo dopo” crea un senso di quiete e pace immediato, rovinato solo dal “cavolo, avrei dovuto farlo prima” che segue poi, generalmente quando è troppo tardi. E’ sempre così.
In fondo, rimandare un compito spiacevole e non estremamente necessario quando fuori c’è sole…
non è allettante? Non dico sia giusto, né tantomeno produttivo… Sul momento però è qualcosa di terribilmente attraente.
Così come rimandare lo studio di un esame giusto di qualche ora perché proprio quella sera c’è una festa.
Così come rimandare di lavare la macchina. Tanto non è poi così sporca. Così come rimandare di fare una chiamata a un amico. Tanto al massimo mi scrive.
Persino arrivare in ritardo. Tanto gli altri della compagnia mi aspettano.
Sinceramente: poche cose sono così piacevoli. Purtroppo come tutte le belle cose, o quasi tutte le belle cose, questo comportamento, se protratto nel tempo, è dannoso. Un po’ come il fritto. O i dolci. Una volta ogni tanto va bene mangiarli, sono troppo buoni…però se li mangio tutti i santi giorni, non solo in un mese metto su 10kg, ma mi ritrovo anche insultata pesantemente da arterie e
pancreas. Il procrastinare è l’abitudine di dire, tutti i giorni, tutte le ore “Solo per oggi MI CONCEDO…”.
Come se poi avessimo davvero bisogno di fare tutte queste concessioni a noi stessi.
Però… e se invece di concederci solo per oggi qualcosa… noi pensassimo di fare una cosa che non ci piace ma che dobbiamo fare solo per un’unica giornata… che succederebbe?

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