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Bcc Fvg: indice di solidità superiore alla media nazionale

redazione 14 Dicembre 2015
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Con il bail-in, dal 1° gennaio, scegliere una banca solida, con un buon patrimonio, diventerà molto importante

Dal 1° gennaio 2016, i costi per salvare una banca in crisi non ricadranno più sui contribuenti, ma sugli azionisti e i risparmiatori della banca stessa. È il cosiddetto “bail-in” (che significa proprio

“salvataggio interno”), voluto fortemente dalla nuova normativa europea per evitare che gli effetti del dissesto si propaghino sui bilanci degli Stati e di tutti i cittadini, come avvento anche recentemente. Il bail-in si applica solo in caso di dissesto, ma l’impatto della normativa è enorme perché capovolge la prospettiva classica del rapporto bancario: non è più la banca a dare fiducia al cliente, ma è il cliente che dà fiducia alla banca, valutandone la solidità. Come? Controllando l’indicatore CET1 Ratio (Common Equity Tier 1 Ratio), cioè il rapporto percentuale tra il patrimonio della banca e l’insieme delle attività – a esempio i prestiti – ponderate per il rischio. Più alto è questo valore, più la banca è solida. Il sistema del Credito Cooperativo in regione ha un CET1 Ratio del 18,1%, mentre il sistema bancario italiano è all’11,8% (le norme europee prevedono un requisito minimo del 7%). Le Bcc del Fvg, dunque, hanno i numeri per proporsi ai soci e ai clienti come banche solide e sicure.

In caso di salvataggio della banca il meccanismo segue una gerarchia ben precisa, secondo il principio per cui chi ha scelto forme di investimento più rischiose sostiene le perdite prima degli altri. Si inizia quindi dagli azionisti, ai quali la Banca d’Italia può ridurre o azzerare il valore delle azioni. Se questo non basta, vengono coinvolti dapprima i possessori di titoli subordinati, per arrivare poi a chi detiene obbligazioni della banca non garantite dal Fondo di garanzia degli obbligazionisti costituito dal Credito Cooperativo (unico nel panorama bancario italiano). Nel caso questo non sia ancora sufficiente a risolvere la crisi, ne rispondono i depositanti, ma solo per gli importi superiori ai 100.000 euro (per le persone fisiche e le pmi, i depositi fino a 100.000 euro sono sempre garantiti).

Diventa perciò fondamentale, per ogni cliente, conoscere la qualità della propria banca, con particolare riferimento alla sua solidità patrimoniale.

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