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PUNTATA NUMERO QUARANTADUE. VIATORI E L’EDEN TERRAZZATO. PARTE SECONDA.

Rachele Pellegrinuzzi 21 Aprile 2015
Giardino-Viatori-biel lant

Giardino-Viatori-biel lant
Nella scorsa puntata ci si chiedeva se, una volta entrati nel Giardino Viatori, si arrecasse disturbo e In realtà, quasi immediatamente sveliamo il “mistero” leggendo il cartello esplicativo o facendoci raccontare la storia da qualche volontaria di “Amici in giardino” o “Amici del giardino Lucio Il professor Viatori, con sapienza, senso estetico, cognizione di causa e creatività personale adattata all’ambiente naturale e al clima dell’appezzamento in collina da lui acquistato nel lontano 1975, negli anni realizzò un giardino definibile come un vero gioiello, anzi, una parure vegetale. Questo ricco mosaico di fiori e piante provenienti da ogni dove, scrupolosamente identificate da cartellini e indicazioni, costituisce a tutti gli effetti un magnifico Eden a terrazzamenti, oggi visitabile per il tramite della Fondazione CARIGO che lo ha ricevuto come lascito testamentario in seguito alla recente (2014) scomparsa dello stesso prof. Viatori e che lo porta avanti, ovviamente, in suo nome. L’esperienza di visita al capolavoro Viatori è stupefacente e restituisce davvero il senso del rigoglio della Natura, della forza inarrestabile di rinascita dopo ogni inverno e del trionfo della Vita, oltre ogni maglio glaciale che abbia tentato – invano – di schiacciarla, frantumarla e arrestarla. A questo semplice e potente messaggio se ne aggiunge almeno un altro: la passione di un uomo, il suo impegno, la sua dedizione ad una idea diventata opera concreta riescono a sopravvivergli.
Fanno di più, sfidano i confini temporali tra le generazioni e parlano ai posteri: chiedono di farsi carico loro stessi del lavoro, della cura e delle attenzioni indispensabili alle piante fintantoché la Passeggiando tra i vialetti, attraversando passerelle (c’è, infatti, nei paraggi, anche un torrentello), scendendo da un livello all’altro, soffermandosi ora accanto ad una aiuola, ora ad un’altra, ci si rende ben conto di quanta costanza e olio di gomito servano per mantenere tale tripudio lussureggiante. Se si applicasse la politica del “laissez faire”, alcune piante ne morrebbero, altre verrebbero sopraffatte da specie più forti, in breve il caos regnerebbe sovrano nell’anarchia di arbusti e baràçs non autorizzati né regolamentati. Nel microcosmo ordinato di un giardino ognuno deve stare al suo posto secondo una precisa architettura, altrimenti il delicatissimo equilibrio si Nel mentre di queste riflessioni “politiche”, capita di proseguire nell’esplorazione in maniera solo per un attimo meno attenta: è lì che vien fuori il pezzo da novanta! Un delizioso laghetto artificiale che, specie a primavera più matura, si copre di variopinti fiori dai petali polposi e pieni di salute e linfa! Come da aspettative, qua e là fanno capolino anche qualche copassa, un crot dai voi scocolâts e qualche pesce grant e grues come un bugjel! Bambini estasiati, accompagnatori adulti ancor di più. C’è pure l’aneddoto particolare sulla genesi del laghetto: le sue acque alloggiano in un cratere da bomba della Seconda Guerra, coprendo pietosamente le aberrazioni di un passato mai troppo remoto (settanta anni dalla Liberazione, settanta anni per no dismenteâ un’Italia pùara ma che no mola, pleada da vuera, stufa e sfinida ma cuntuna voa fuartìsima di tornâ a rimetisi impins. Ad memoriam, per tutti coloro che, a vario titolo, in divisa o in borghese, han patito sotto le bombe, Chi ne sa dice che il Giardino Viatori ha voluto ricalcare un modello all’inglese, ottocentesco; certo è che il parco è ricco di vedute e di ambientazioni diverse ma in accordo tra loro per un Bene (ossia- si violasse la privacy e se, quindi, fosse il caso di far dietro – front. Viatori”, sicuramente lì presente ad accogliere i visitatori. Volontà comune sarà quella di perpetuare la vita del favoloso giardino. creva. ancja ca’ di nô)
Bello) Comune, quasi come se si passasse in una galleria d’arte e si ammirassero quadri differenti ma tutti accomunati dal personalissimo tratto di un’unica mano e da una concezione omogenea di Un solo punto crea un impatto che, sul momento, non è più luce, colore, pennellata vivida: è l’incontro con la cjasa di Viatori, la villetta che si trova nell’agorà del giardino, in posizione
centrale. Come per tutte le residenze, ci si rende subito conto che al suo interno non c’è chi la abita, la scalda, la fa respirare e, all’occorrenza, la rinfresca. Sarà confortante, se possibile, un domani poter di nuovo vedere le imposte di casa Viatori spalancarsi sulla abbondante tavolozza floreale di tinte e consentire l’invasione degli aromi delle molte azalee, magnolie, rododendri, camelie, ciliegi, rose antiche e rare e infinite altre varietà di piante che,a questo punto, sarà piacevole scoprire, biel  lant.

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