Il football americano negli States è molto di più di un semplice sport. È lo sport nazionale, come per noi lo è il calcio. In giardino un pallone da football per qualche lancio con gli amici esce sempre e tutti hanno in famiglia un ragazzo che gioca e si gioca il proprio personale sogno americano, partendo dalle squadre scolastiche, arrivando magari in qualche importante università, dove può avere l’opportunità di farsi notare dalle grandi franchigie della NFL. Ed è lì che il football diventa fenomeno di massa, show, business e contratti con così tanti zeri che vanno contati.
E poi al di là dell’oceano c’è il Vecchio Continente, con le sue storie antiche e rituali scolpiti nel DNA, rivalità con motivazioni che si perdono nella notte dei tempi e plasmano le tifoserie sportive, dove a nessuno verrebbe in mente di andare al campetto con la maglietta di una squadra avversaria, di indossare il cappellino di un altro team solo perché più bello. L’Europa insomma è un luogo tendenzialmente ostile ad accettare usanze nuove, con quell’atteggiamento un po’ snob di un vecchio nobile che puzza di naftalina. A voler giocare a football americano in Europa, Italia, Friuli ci vogliono due palle ovali grandi così.
Ci vuole una passione smisurata, come quella dei Leoni Basiliano.
Una passione smisurata e illogica, come quella di chi pratica tanti altri sport nel luogo in cui “se non fai il calcio sei uno sfigato”. Eppure, i Leoni, anno di fondazione 2005 quando hanno raccolto diverse realtà della provincia di Udine, ruggiscono eccome, anche in questo contesto ostile. Anzi qui dimostrano tutto l’orgoglio e la forza del loro animale totem.
Non ci sono stadi pieni e folle enormi a spingerli. Il campo di Orgnano è il loro territorio di caccia, un luogo da difendere ad ogni costo, una casa di cui andare fieri perché per una squadra di football americano in Italia non è così scontato avere un proprio stadio.
Scarsa visibilità, pochi sponsor. Di certo nessun contratto per i giocatori e lo staff. “Qui siamo tutti volontari, i ragazzi pagano la quota per giocare e come in una famiglia dobbiamo essere sempre pronti a dare il massimo anche fuori dal campo, per qualunque cosa serva prima, durante e dopo le partite. È per questo che siamo un gruppo forte, qui c’è solo chi ha passione, perché se non ce l’hai i sacrifici pesano troppo e molli” Spiega il presidente dei Leoni, Giampiero Meozzi “Nonostante questo i nostri atleti, tra i dilettanti, sono probabilmente i più professionisti”.
Sì, perché l’allenamento in campo è solo la punta dell’iceberg. C’è un lavoro intensivo in palestra per strutturare il fisico e non soltanto per una questione di forza ed esplosività ma anche e soprattutto per l’incolumità dei giocatori. Si scende in campo con 500 € di protezioni ma bisogna essere pronti ad incassare contatti che potrebbero fare veramente male. Grazie alla preparazione, il football è tra gli sport con meno infortuni.
E poi c’è lo studio sugli schemi. Si parla di 100 azioni codificate per l’attacco e una trentina per la difesa, come minimo. Bisogna mandarli a memoria perfettamente gli schemi, riconoscere i segnali e soprattutto saperli mettere in pratica.
Insomma, meglio di così non si può spiegare che dilettantismo non significa superficialità e caciara. Ai leoni piace far casino, certo e stare in branco e questo serve per cementare lo spirito di appartenenza ma ci vuole disciplina ferrea sull’approccio allo sport, altrimenti i risultati non arrivano.
Partendo dal basso, a Basiliano, lavorando costantemente lontano dai riflettori, di risultati ne sono arrivati tanti e il progetto e tutto in divenire. Si era partiti con il flag football 5vs5, la versione non violenta e fortemente consigliata come propedeutica. In bacheca innumerevoli piazzamenti a livello nazionale, conditi da un primo posto nelle categorie under e nel 2018 campioni italiani senior. Con i risultati sono arrivati anche nuovi ragazzi, nuove energie e la voglia di sfondare anche nel football “vero”. Così i Leoni nel 2019 sbarcano in CIF9 (dopo aver vinto il Campionato Nazionale CSI 2018), dove si gioca una versione ridotta con formazioni da 9 giocatori.
Anche qui i Leoni ruggiscono forte e già meditano al passaggio in Div II dove si fa sul serio. 11vs11, gironi impegnativi dove non si scherza e per accedervi non bastano i meriti sportivi. A Basiliano i requisiti li hanno tutti, compreso quel campo tutto per loro che molte squadre se lo sognano.
Vale la pena seguire questi ragazzi. Hanno energia da vendere e tanti insegnamenti da dare. In attesa che possa essere sfondato il placcaggio del coronavirus date un occhio ai loro social, su Instagram @leoni_americanfootball_team . Poi, quando sarà possibile ritornare alla normalità delle nostre vite, concedetevi il piacere di scoprire dal vero uno sport diverso dal normale. I Leoni vi aspettano per una prova o quanto meno vi aspettano a fare il tifo per loro.
Questo sarebbe il modo migliore per unire i due mondi. La spiccata spettacolarità di una disciplina nuova per noi, proveniente dagli Stati Uniti con la nostra tradizione di tifo legato all’amore per i nostri luoghi e per le nostre tradizioni.